LA COPPA DELLE COPPE 1961 SORRIDE ALLA FIORENTINA

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Un gol di Milan nella finale d’andata – da soccermond.com

articolo di Nicola Pucci

Corre l’anno 1960 ed il calcio europeo, partoriente, sta per accogliere una nuova venuta. Già dal 1955 la Coppa dei Campioni mette a confronto le squadre vincitrici dei rispettivi campionati, all’insegna del dominio del Real Madrid; qualche mese dopo si è messa in moto la Coppa delle Fiere tra le città sedi di eventi commerciali, ed il Barcellona si è imposto nelle prime due edizioni; nello stesso 1960 ha visto la luce il campionato europeo per nazioni, archiviato col successo della Spagna. Fiocco rosa dunque per la Coppa delle Coppe, in verità gestita malvolentieri dall’Uefa (il riconosciemento ufficiale avverrà solo nel 1963) e pertanto organizzata dal comitato della Mitropa Cup, che a sua volta mette in scena da qualche decennio (esattamente dal 1927) la principale manifestazione continentale riservata ai paesi della Mitteleuropa.

Non tutti i paesi hanno ancora una coppa nazionale, così come la neo-nata non riscuete particolare successo in molte federazioni, pertanto la prima edizione vede allineate al via solo dieci formazioni. Austria Vienna, Dinamo Zagabria e Lucerna rappresentano paesi affiliati alla vecchia Mitropa Cup ed in effetti hanno in bacheca la coppa nazionale; per l’Ungheria compete il Ferencvaros giunto secondo in campionato, così come per la Cecoslovacchia è presente lo Spartak Brno, che si è imposto nella coppa spartachiana, che non è coppa nazionale ma qualcosa di molto simile; per l’Italia c’è infine la Fiorentina, che ha perso la finale di Coppa Italia con la Juventus (3-2 con l’autorete decisiva di Orzan ai tempi supplementari) ma può partecipare perché i bianconeri, vincitori pure del campionato, dirottano le proprie ambizioni sulla Coppa dei Campioni. Completano il lotto delle candidate le due rappresentanti tedesche, Borussia Monchengladbach per l’Ovest e il Vorwärts Berlino per l’Est, e le due britanniche, il Wolverhampton che ha vinto la Coppa d’Inghilterra e i Rangers di Glasgow che hanno trionfato in Coppa di Scozia.

Il 1 agosto è l’ora di cominciare, e per la sfida d’apertura di primo turno il Vorwärts Berlino riceve lo Spartak Brno. Horst Kohle è il possente centravanti della squadra di casa ed apre le ostilità al minuto 42, realizzando la prima rete della storia della Coppa delle Coppe. La sua squadra vincerà 2-1 quel match ma la sconfitta per 2-0 al ritono in Cecoslovacchia garantirà il passaggio del turno al Brno. I Rangers a loro volta eliminano il Ferencvaros ed eccoci dunque ai quarti di finale, con l’entrata in lizza della Fiorentina.

Proprio un ungherese, il leggendario Nandor Hidegkuti, che ha dismesso i panni del centravanti universale per vestire quelli di allenatore, guida i gigliati che da qualche anno ormai appartengono al gotha del calcio italiano. Il sorteggio li oppone al debutto agli svizzeri del Lucerna e per la Fiorentina l’impegno non è certo proibitivo. Anzi, il 3-0 in trasferta firmato da una tripletta di Hamrin mette già la parola fine alla questione qualificazione, nonostante l’ultradifensivismo svizzero e Albertosi schierato pur infortunato, legittimata dal corposo 6-2 allo Stadio Comunale, altro tris del brasiliano Benedicto Antoninho, oggetto misterioso in campionato ma abile fromboliere in coppa, l’immancabile doppietta dell’immancabile “uccellino“, e un sigillo di Milani, che sarà decisivo più avanti. Negli altri incontri la Dinamo Zagabria risolve la pratica Spartak Brno in casa, 2-0, dopo il nulla di fatto dell’andata; il Wolverhampton rimonta lo 0-2 con l’Austria Vienna dilagando 5-0 al Molineux Stadium, trascinato dal leggendario Peter Broadbent, bandiera del club; infine i Rangers di Jim Baxter, giocatore scozzese tra i più grandi di sempre, sommergono il malcapitato Borussia Monchengladbach, ancora ben lungi dall’essere quello squadrone che negli anni Settanta farà tremare l’Europa del calcio, sotto una messe di reti, ben 11 a 0 complessivo, con la premiata ditta Miller/Brand sugli scudi.

Le due semifinali hanno ben altra storia e l’equilibrio in entrambe le sfide regna sovrano. La squadra viola incoccia nel calcio tecnico e compassato della Dinamo Zagabria, e il 3-0 dell’andata in Italia, grazie alle reti di Antoninho che in coppa si trasforma, Da Costa e Petris, sembra precludere il rischio eliminazione. Ma il ritorno non è affatto scontato, gli jugoslavi ci danno dentro, il clima sugli spalti è infuocato e nel giro di tre minuti, nel primo tempo, Matus e Haramincic riaprono la questione qualificazione. Fortuna vuole che Petris abbia il piede caldo e il suo gol, ad inizio secondo tempo, regala la finale alla Fiorentina. Dove ad attendere l’undici toscano ci sono i Rangers, che a loro volta vengono a capo della resistenza del Wolverhampton in un derby britannico che assomma tutti i parametri in perfetto stile calcistico d’Oltremanica. Scott e Brand firmano il 2-0 scozzese in un Ibrox Park rigurgitante passione, al ritorno gli inglesi ci mettono il cuore ma la rete in chiusura di primo tempo ancora di Brand rende inutile la solita zampata dell’efficacissimo Broadbent.

Albertosi, Robotti, Castelletti; Gonfiantini, Orzan, Rimbaldo; Hamrin, Micheli, Da Costa, Milan, Petris. Questo è l’undici che il 17 maggio 1961 scende in campo davanti agli ottantamila spettatori dell’Ibrox Park di Glasgow per la finale d’andata (prima e unica volta in cui la Coppa delle Coppe si decide in un doppio confronto). E’ la serata di Luigi Milan, che sigilla con una doppietta una prestazione fantastica. Il centravanti miranese sblocca il punteggio al 12′ e raddoppia a due minuti dal termine, nel mezzo tanto Rangers che attacca, si procura un rigore dubbio al 18′ che Caldow mette fuori, sbatte contro le mani di Albertosi, altro eroe della partita. Ma tutta la squadra lotta con coraggio, i protagonisti della sfida diventeranno per tutti “i leoni di Ibrox“, e il 2-0 a tabellino ipoteca di fatto il trionfo finale, scatenando bensì gli atti di vandalismo dei supporters locali durante e dopo la gara.

Manca l’ultimo tassello, la partita di ritorno, che si disputa dieci giorni dopo a Firenze, il 27 maggio. La formazione è la stessa dell’andata, i Rangers recuperano l’infortunato Miller ma davanti ai cinquantamila dello Stadio Comunale è impensabile poter ribaltare il risultato dell’andata. In verità la Fiorentina non brilla nel gioco come preventivabile, tiene basso il ritmo e non affonda come la caratura tecnica superiore imporrebbe. Ancora Luigi Milan, ed ancor una sua rete al 12′, spianano la strada verso il trionfo. La Fiorentina per l’occasione è in maglia bianca, ma il pareggio di Scott che approfitta di una difesa svagata e il sigillo della vittoria di Hamrin, che viene laureato miglior marcatore della competizione con sei reti, fanno sventolare la bandiera viola sul pennone della torre di Maratona.

La Fiorentina vince la Coppa delle Coppe 1961, prima volta europea per una squadra italiana, e questo, al di là di una bacheca non proprio guarnitissima, è un record che nessuno potrà togliere ai toscani.

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