LA CINQUINA DI JAN RAAS ALL’AMSTEL GOLD RACE

raas 1979.jpg
La vittoria di Raas nel 1980 in maglia iridata – da pezcyclingnews.com

articolo di Nicola Pucci

A noi italiani, diciamoci la verità, Jan Raas non è mai stato particolarmente simpatico. Sarà per quell’inattesa zampata giù dal Poggio alla Milano-Sanremo del 1977, l’anno in cui l’occhialuto olandese firmò il primo grande successo della sua carriera, che vanificò il tentativo di Giuseppe Saronni proprio in cima al colle che proietta al traguardo della “classicissima di primavera“; sarà soprattutto per le malefatte perpetrate, insieme al tedesco Thurau, ai danni di Giovanni Battaglian al Mondiale di Valkenburg del 1979, negando un possibile iride all’azzurro. Ma a dispetto di queste due perle che sono rimaste indigeste al ciclismo italiano, Raas si è costruito un palmares assolutamente d’eccellenza, collezionando vittorie di pregio in serie, tra cui ricordiamo anche due edizioni del Giro delle Fiandre, 1979 e 1983, ed una Parigi-Roubaix, 1982, eleggendo proprio la gara di casa, l’Amstel Gold Race, suo terreno di caccia preferito, tanto da farla sua ben cinque volte. Il che ne fa il corridore più titolato in quella classica che se ha storia recente essendo nata “solo” nel 1966, quando a vincere fu il francese Jean Stablinski, altresì ha acquisito velocemente gran lignaggio, sorridendo ai nostri colori una prima volta nel 1996, quando trionfò Stefano Zanini, per poi regalare gloria, in tempi recenti, a Michele Bartoli nel 2002, Davide Rebellin nel 2004, Danilo Di Luca nel 2005, Damiano Cunego nel 2008 ed Enrico Gasparotto, l’unico capace di domarla due volte, nel 2012 e nel 2016.

1977. 145 corridori prendono il via da Heerlen per l’edizione numero 12 della principale corsa olandese. Il campione del mondo Freddy Maertens, campione uscente proprio davanti ad un giovane Raas, è il favorito d’obbligo avendo dominato l’avvio di stagione con ben 15 vittorie nello spazio di poco più di un mese. La settimana precedente l’Amstel, il fuoriclasse della Flandria ha dato spettacolo al Giro delle Fiandre, dove ha letteralmente “torchiato” Roger De Vlaeminck fin sul traguardo; la conclusione però è stata amara, Freddy non ha disputato lo sprint in evidente polemica con i giudici di corsa che lo avevano squalificato per un cambio irregolare di bicicletta. Quattro giorni dopo Maertens si prende una pronta ed immediata rivincita alla Freccia Vallone, con una gara d’attacco conclusa con 3′ sui primi inseguitori. Questa vittoria, però, verrà successivamente vanificata per positività ad un test antidoping. Ma non è solo Maertens a catalizzare l’attenzione. C’è la sfida tra la Raleigh di Peter Post e il campione d’Olanda Jan Raas, passato all’inizio di stagione alla Frisol-Gazelle. Proprio Raas è il più atteso tra gli atleti di casa dopo la splendida e convincente vittoria nella Milano-Sanremo. Tra i favoriti sono annoverabili anche Roger De Vlaeminck, il cacciatore di classiche per antonomasia, vincitore, appunto, del Giro delle Fiandre, Merckx, ormai al tramonto, il campione d’Italia Moser e il vecchio, inossidabile Walter Godefroot. Al km 205 (-25 all’arrivo) in fuga c’è l’olandese Jos Schipper, raggiunto da Knetemann, ma il gruppo non è lontano e Raas parte a sua volta trascinandosi l’ex iridato Kuiper, compagno di squadra di Knetemann alla Raleigh. Ai piedi del Cauberg si forma un drappello di quattro atleti, composto da Knetemann, Kuiper, Raas e Schipper, con il gruppo attardato di 45″. A Valkenburg, Schipper viene staccato da Raas e dal tandem della Raleigh. Merckx e Bruyere tentano invano di organizzare la rincorsa, mentre Maertens prima non collabora, poi attacca con impeto seguito a ruota da Moser e De Vlaeminck, rivali di sempre. Lo scarto con i tre battistrada si assottiglia ad una ventina di secondi. In due contro uno, Knetemann e Kuiper scattano a turno per far fuori Raas, ma l’alfiere della Frisol risponde con irrisoria facilità e allo sprint si impone nettamente andando a cogliere il secondo successo in una classica in meno di un mese. A 20″ Schipper vince la volata dei primi inseguitori superando nell’ordine i ben più quotati Maertens, De Vlaeminck e Moser.

1978. Raas, ovviamente, veste lui, stavolta, i panni del grande favorito, tanto più che è tornato a gareggiare per la corazzata Ti-Raleigh. La corsa si snoda lungo il percorso ormai collaudato da Heerlen a Meersen. Cinque atleti allungano sul Fromberg e sono cinque campioni con la C maiuscola: Zoetemelk (Miko-Mercier), Moser (Sanson) in maglia iridata, Maertens (Flandria), Raas e Kuiper (Ti-Raleigh). Kuiper attacca una prima volta, ma viene ripreso da Moser. A Sibbe nuovo allungo di Kuiper ma, ancora una volta, è il campione del mondo a stoppare il tentativo dell’iridato di Yvoir ’75. Sul Cauberg Raas sferra il suo attacco, Moser, generosissimo, è stanco, toccherebbe a Maertens e Zoetemelk rispondere, ma il fiammingo e l’olandese restano sulle ruote. Raas guadagna in brevissimo tempo un minuto di vantaggio che conserva, anzi incrementa fin sul traguardo, conquistando il bis consecutivo. A 1’16” platonica soddisfazione per Moser che vince la volata per il posto d’onore precedendo nell’ordine Zoetemelk, Maertens e Kuiper. Alle spalle dei cinque che hanno caratterizzato questa 13esima edizione, il vuoto: Knetemann, sesto a 4’02” completa il trionfo della Ti-Raleigh, precedendo il tedesco Braun; a 4’36” Leo Van Vliet, a 5’04” Thurau, il gruppo a 6’10”. Solo 32 atleti concludono una corsa veramente selettiva. Una curiosità: sei campioni del mondo nei primi sei dell’ordine d’arrivo, ovvero Kuiper (’75), Maertens (’76 e ’81), Moser (’77), Knetemann (’78), Raas (’79) e Zoetemelk (’85).

1979. Un poker di fuoriclasse si è aggiudicato le prime classiche della stagione: Roger De Vlaeminck ha vinto con una volata strepitosa la sua terza Milano-Sanremo; Jan Raas si è imposto per distacco al Giro delle Fiandre; Francesco Moser nella Gand-Wevelgem ha bruciato allo sprint De Vlaeminck, Raas, Demeyer e Lubberding e poi ha dominato la Parigi-Roubaix; Bernard Hinault ha superato Saronni sul traguardo della Freccia Vallone. De Vlaeminck, Moser e Hinault non sono però al via della 14esima edizione della classica olandese. Raas invece, dopo le vittorie nelle ultime due edizioni, punta decisamente al bersaglio pieno, per un clamoroso tris consecutivo. Il capitano della Ti-Raleigh è annunciato in gran forma. Oltre al Giro delle Fiandre, ha vinto una tappa alla Parigi-Nizza, il G.P. di Harelbeke, più una kermesse a Bellegem un paio di giorni prima dell’Amstel. E l’occhialuto pupillo di Post non tradisce il pronostico, va in fuga con lo svedese Nilsson e il fido scudiero Lubberding e nel finale con un’azione di forza stacca i due compagni di fuga e si presenta tutto solo sul traguardo di Meersen. Come da copione, quindi, tripletta di fila per l’occhialuto campione “tulipano“, che si conferma come uno dei più forti cacciatori di classiche degli ultimi anni con una sequenza di vittorie davvero ragguardevole (sette in tre stagioni!): Milano-Sanremo e Amstel nel ’77; Amstel, Parigi-Bruxelles e G.P. d’Autunno nel ’78; Giro delle Fiandre e ancora Amstel nel ’79. A 39” da Raas, Henk Lubberding completa il trionfo della Ti-Raleigh superando Sven-Ake Nilsson; a 1’06” Teirlinck regola Zoetemelk e il francese Michel Laurent; a 1’13” Frits Pirard; a 1’40” Lucien Van Impe, Claude Criquielion (primo anno tra i professionisti e prima top-10 nelle classiche per il futuro campione vallone) e René Martens.

1980. Jan Raas è inevitabilmente il faro della 15esima edizione dell’Amstel Gold Race. Dopo il 2° posto nel ’76 (alle spalle di uno straripante Maertens) e soprattutto i 3 squillanti acuti nelle ultime tre annate, il capitano della Ti-Raleigh è più che mai deciso ad incrementare il bottino, questa volta con la maglia di campione del mondo indossata a Valkenburg qualche mese prima. Nelle classiche di apertura della stagione, Raas si è piazzato 3° alla Milano-Sanremo e al Giro delle Fiandre e 6° alla Gand-Wevelgem, vinta dal fido scudiero Henk Lubberding. Sul Keutenberg Raas, puntuale, attacca e allunga con Lubberding e Duclos-Lassalle (vincitore della Parigi-Nizza e 7° al Giro delle Fiandre). Il tentativo dei tre però si esaurisce sotto la spinta di Bernard Hinault che riporta sotto un gruppetto. Lubberding cede. Al comando restano in 13: Raas senza compagni di squadra, Hinault e Chassang (Renault-Gitane), Kuiper, Bossis e Duclos-Lassalle (Peugeot), Pollentier e Kelly (Splendor), Nilsson (Miko-Mercier), Fons De Wolf (Boule d’Or-Colnago), Daniel Willems (Ijsboerke), Maas (Daf-Trucks) e Jean-Philippe Vandenbrande (Safir-Ludo). A parte Zoetemelk, Knetemann e lo stesso Lubberding, ci sono tutti i migliori: di Raas si è già detto, Hinault è il numero 1 al mondo, Kuiper è tra i più costanti e piazzati in tutto l’arco della stagione e può contare sull’apporto di due coequipier come Duclos-Lassalle e Bossis. Tra gli outsider Pollentier (che ha vinto una settimana prima il Giro delle Fiandre beffando Moser e Raas), l’irlandese Kelly (ottimo inizio di stagione, 4° nella Milano-Sanremo e 1° nella Tre Giorni di La Panne), De Wolf e Willems, questi ultimi due talenti emergenti del ciclismo belga. Kuiper, che non ha alcuna chance di vittoria in volata, tenta più volte di staccare la compagnia, ma i tentativi del 31enne ex iridato e olimpionico vengono stoppati. Allunga ancora Raas ma senza fortuna. La vittoria si decide così allo sprint e Raas si produce in un meraviglioso ed imperioso acuto che annienta letteralmente i rivali. Ancora primo, per la quarta volta consecutiva!  L’Amstel Gold Race diventa a pieno titolo Amstel Gold Raas. Al secondo posto Fons De Wolf (2° pure alla Gand-Wevelgem), terzo Sean Kelly (primo podio in una grande corsa in linea per il futuro “re delle classiche” degli anni Ottanta); solo 5° Hinault, 11° Kuiper e 13° Pollentier.

1982. L’anno prima Bernard Hinault ha interrotto l’egemonia di Raas, ma il campione olandese, che sei giorni prima ha conquistato per distacco la Parigi-Roubaix, è più che mai deciso a riprendersi lo scettro. Tutta la Ti-Raleigh è naturalmente al servizio del suo capitano storico e sul Raarberg è Gerrie Knetemann ad involarsi. L’ex campione del mondo rimane in testa per parecchi chilometri, poi, dopo il ricongiungimento, in testa si forma un gruppo di 16 unità, di cui ben 5 appartengono al dream-team di Peter Post (Raas, Knetemann, Lubberding, Ludo Peeters e Adrie Wijnands). Sul terribile muro del Keutenberg, Raas rompe gli indugi e spezza il gruppo. Con l’incontenibile Jan rimangono l’irlandese Sean Kelly (vincitore di quattro tappe e della classifica finale della Parigi-Nizza, 10° a Liegi e 8° alla Freccia), il sempre verde Kuiper, il tedesco Braun (1° alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e 3° alla Parigi-Roubaix), l’australiano Phil Anderson e l’altro irlandese Stephen Roche. La corsa entra nella sua fase decisiva e Raas si muove col piglio del padrone, Anderson e Roche (alfieri della Peugeot) sono gli unici che possono fare gioco di squadra, mentre Kelly confida nel suo spunto veloce. Ma contro Raas c’è poco da fare. Così, all’ultimo chilometro, da finisseur eccezionale qual è, Raas piazza un irresistibile allungo che tramortisce gli avversari, Roche tenta invano di rispondere, ma l’olandese è incontenibile e conquista il quinto trionfo. A 2″ Roche è il primo dei battuti, poi a 7″ Braun supera Kelly, Anderson e Kuiper. Ancora una volta i riflettori sono tutti per Raas che si dimostra davvero imbattibile sulle sue strade; il micidiale uno-due Roubaix/Amstel in meno di una settimana, consente al fuoriclasse olandese di salire al 4° posto (con ben 12 vittorie) tra i plurivittoriosi di tutti i tempi nelle grandi classiche, alle spalle di tre straordinari campioni belgi: l’inarrivabile Merckx (32 successi!), Van Looy (18) e Roger De Vlaeminck (14).

Insomma, antipatico, senza ombre di dubbio, Jan Raas, ma campione vero e vincente nato, soprattutto quando si parla di Amstel Gold Race… anche se un certo Philippe Gilbert, già quattro volte in trionfo da quelle parti, magari tra qualche ora dismette i panni del degno successore per vestire quelli dell’egual campione.

Lascia un commento