L’ORO SUI 100 METRI DI REGGIE WALKER A LONDRA 1908 PER UN PRIMATO CHE ANCORA RESISTE

Il vittorioso arrivo di Reggie Walker – da uvamagazine.org

articolo di Giovanni Manenti

Da quando, con l’edizione di Atene 1896, hanno avuto inizio le “Olimpiadi dell’era moderna, fortemente volute dal barone francese Pierre de Coubertin, i Giochi hanno visto l’indiscussa supremazia degli atleti americani, quantomeno sino alla crescita delle nazioni dell’Europa dell’est ed al conseguente esordio nell’arengo a cinque cerchi della “corazzata” Unione Sovietica a far tempo da Helsinki 1952.

Ma, anche se in alcune circostanze – come nel caso dei Giochi di Parigi 1900, Londra 1908 e Berlino 1936 – il medagliere complessivo ha premiato gli atleti del paese organizzatore, il dominio Usa è proseguito costante per quanto concerne l’atletica leggera, venuto meno sino ad oggi solo nelle edizioni di Monaco 1972 e Montreal 1976, dove a primeggiare sono rispettivamente Urss e Germania Est grazie al determinante contributo del settore femminile.

Andando, viceversa, ad analizzare le singole specialità, una di quelle in cui gli Stati Uniti hanno conquistato il maggior numero di affermazioni sino ai Giochi di Roma 1960 sono senz’altro i 100 metri maschili, con sole tre sconfitte in 13 edizioni, e solo nel 1928 ad Amsterdam il podio della velocità per antonomasia non ha ospitato rappresentanti americani, che avevano viceversa conquistato l’argento nelle altre due occasioni di Londra 1908 e Parigi 1924.

Ed è proprio dei Giochi londinesi che vogliamo parlare con il protagonista del nostro racconto odierno, in quanto diviene il primo sprinter ad interrompere la serie di “vittorie a stelle e strisce, inaugurata con Thomas Burke nel 1896 ad Atene e proseguita con Frank Jarvis quattro anni dopo a Parigi e con Archie Hahn nel 1904 a St. Louis.

All’epoca, con il cronometraggio manuale, non è che i primati fossero molto attendibili, tant’è che a fine anno 1905 sono ben 14 gli atleti accreditati del medesimo tempo di 10”8, dal primo fatto registrare dall’americano Luther Cary e risalente addirittura ad inizio luglio 1891 sino all’ultimo dello svedese Eric Frick ottenuto ad inizio agosto 1903.

A far crollare tale “monumento” di primatisti, provvede il 21enne svedese Knut Lindberg, che il 26 agosto 1906 a Goteborg viene cronometrato in 10”6, dopo essersi però classificato non meglio che sesto (nonché, all’epoca, ultimo) in 11”5 nella finale dei 100 metri ai “Giochi Intermedi” di fine aprile ad Atene, rassegna che lo vede viceversa argento nel lancio del giavellotto, preceduto (53,90 metri a 45,17) dal connazionale Eric Lemming.

Quanto mai giustificate, pertanto, le perplessità sulla regolarità del primato stabilito dallo svedese, ma tanto più che il cronometro vale la pista, ragion per cui la “prova del nove” non può che avvenire al “White City Stadium” londinese, dove la gara dei 100 metri prevede batterie il 20 luglio 1908, semifinali all’indomani e finale il 21.

All’epoca non vi erano limiti di partecipanti per singola nazione, tant’è che fra i 60 atleti che si presentano alla partenza delle batterie ci sono ben 10 americani ed 11 britannici, mentre la pattuglia svedese del primatista mondiale è composta, oltre che da Lindberg, anche da Knut Stenborg e Karl Fryksdahl.

Alla sua seconda partecipazione olimpica è il Sudafrica – che quattro anni prima a St. Louis si era presentata con 8 atleti senza conquistare alcuna medaglia –, con una spedizione di 14 atleti per quattro discipline, di cui cinque relativi dirottati all’atletica leggera e, fra questi, c’è l’appena 19enne velocista Reginald Edgar “Reggie” Walker, in quanto nato il 16 marzo 1889 a Durban, attuale terza città più popolata del paese.

Walker si era messo in evidenza in patria aggiudicandosi nel 1907 i campionati provinciali del Natal sia sulle 100 che sulle 220yds, cui aveva unito il titolo nazionale sulle 220yds, ma aveva non poche difficoltà a pagarsi le spese per il viaggio a Londra, obiettivo raggiunto grazie all’intervento del giornalista Jim Wallace che ne aveva seguito i progressi e che aveva organizzato una colletta per permettere al giovane velocista di giocarsi le sue chances ai Giochi.

Ovviamente, nonostante i risultati, Walker non era certo dato come favorito per la medaglia d’oro, pur se al suo sbarco in Inghilterra aveva avuto la fortuna di essere allenato dal tecnico Sam Mussabini, che 16 anni dopo avrebbe portato al trionfo Harold Abrahams ai Giochi di Parigi 1924, venendo immortalato nel celeberrimo film “Momenti di Gloria”, interpretato da Ian Holm.

Chissà se sia stato proprio il tecnico a “smussare” gli ultimi difetti del giovane sudafricano, fatto sta che i favori del pronostico pendono più verso l’atleta di casa Jack Morton, che si è imposto in quattro edizioni (1904-’07) consecutive dei Campionati AAA sulla distanza delle 100yds, con un miglior crono di 10”0 risalente però alla prima occasione.

Tra il folto gruppo di specialisti americani non vi è nessuno che spicchi in particolare, così che le previsioni dopo le batterie del 20 luglio – che vedono l’eliminazione a sorpresa del primatista mondiale Lindberg, preceduto dall’americano Lester Stevens nonostante che vengano entrambi accreditati del medesimo tempo di 11”2 – si orientano sul 24enne dell’Arkansas James Rector che, imponendosi nella 15esima serie, eguaglia con 10”8 il record olimpico stabilito otto anni prima a Parigi dai connazionali Frank Jarvis e Walter Tewksbury, all’epoca altresì primato mondiale.

Morton, dal canto suo, conferma di non aver più lo smalto dei giorni migliori, qualificandosi per le semifinali correndo la nona batteria in 11”2, mentre Walker, al contrario, fornisce buone sensazioni, tagliando il traguardo in 11”0 con ampio margine sul belga Jean Konings.

Le ridotte dimensioni della pista fanno sì che, all’indomani, i 15 qualificati siano suddivisi in quattro serie dove solo il primo accede alla finale a quattro (così che, in pratica, il podio è quasi del tutto delineato), e qui ad avanzare la propria candidatura al gradino più alto è ancora Rector che replica il 10”8 del giorno prima aggiudicandosi la terza prova, imitato però stavolta da Walker che fa altrettanto nella prima, mentre si qualificano per l’atto conclusivo anche il canadese Bobby Kerr e l’altro americano Nate Cartmell, che si impongono nella seconda e quarta serie, con i rispettivi tempi di 11”0 ed 11”2.

La “resa dei conti” è prevista per le ore 16:15 di martedì 21 luglio 1908 con la previsione che a fare la differenza potrà essere la fatica accumulata nei due turni precedenti, trattandosi di due atleti che, come visto sinora, sostanzialmente si equivalgono ad alti livelli.

Con Walker sorteggiato in prima corsia ed il suo rivale a fianco, allo sparo dello starter è il sudafricano a prendere un leggero vantaggio in avvio, salvo essere rimontato e superato da Rector a metà percorso, prima di avere un sussulto d’orgoglio che lo porta a reagire ed infine ad avere la meglio fermando per la quarta volta nella manifestazione il cronometro sul tempo di 10”8, con l’americano a cogliere l’argento in 10”9 ed il podio completato da Kerr in 11”0.

Il trionfo di Londra vede Walker stabilire tre primati in un colpo solo, ovvero, oltre ad essere il primo ad infrangere la superiorità Usa nella specialità, anche aver conquistato la prima medaglia d’oro per il proprio paese nella storia dei Giochi, nonché essere il più giovane sprinter con i suoi 19 anni e 128 giorni a riuscire a salire sul gradino più alto del podio dei 100 metri piani.

Ed il bello è che, dopo 116 anni da tale impresa, questo ultimo primato non è stato ancora superato!

Avete capito ora, cosa ha “combinato” l’illustre Jim Wallace con quella colletta che permise a “Reggie” Wallace di conquistare una “gloria olimpica” che ad oggi sa di qualcosa di “quasi” eterno…    

Lascia un commento