ANTONIN MAGNE, IL NUOVO RE DEL TOUR DE FRANCE 1931

articolo di Nicola Pucci

Quando il 30 giugno 1931 la 25esima edizione del Tour de France si mette in marcia da Le Vesinet, alle porte di Parigi, un paese intero si incolla alla radio in attesa di notizie dei due suoi campioni più acclamati. André Leducq, 27enne di Saint-Ouen-sur-Seine, ha vinto l’anno prima (dopo esser stato secondo nel 1928 alle spalle del lussemburghese Nicolas Frantz) e punta a confermarsi re di Francia, Antonin Magne, di soli 12 giorni più “anziano“, di Ytrac e terzo nel 1930, culla l’illusione di succedergli sul trono. E i transalpini, che di ciclismo si nutrono, sono pronti a dividersi nel nome di una rivalità sui pedali destinata a fare epoca.

In effetti, Leducq e Magne sono i capitani della Francia (che punta, invece, su Charles Pelissier per le vittorie di tappa), che verosimilmente dovrà vedersela con l’Italia, guidata da quel Francesco Camusso fresco di vittoria al Giro d’Italia e che si avvale, anche, dello spirito combattivo di Antonio Pesenti e della ruota veloce di Raffaele Di Paco, e con il Belgio, che ha nei due ultimi vincitori della Parigi-Roubaix, Gaston Rebry e Julien Vervaecke, in Maurice Dewaele, vincitore del Tour nel 1929, e in Jef Demuysere, rispettivamente terzo e quarto nelle due edizioni più recenti della Grande Boucle, i suoi uomini di punta. E i protagonisti più attesi, non tradiscono l’appassionato pubblico transalpino, che ha modo di applaudire un’edizione avvincente della corsa più importante.

Con il Tour che per il secondo anno consecutivo (e lo sarà almeno fino al 1961) adotta la formula delle squadre nazionali e assegna tre minuti di abbuono a chi vince in solitario con almeno tre minuti di vantaggio sul secondo classificato, si parte dunque da Parigi, destinazione Caen, per una frazione che dopo 208 chilometri veste il belga Alfred Hamerlinck, che in volata ha la meglio di Pelissier e Di Paco, della prima maglia gialla. Tocca poi all’austriaco Max Bulla, che corre da indipendente, vincere il giorno dopo a Dinan, eguagliando il fiammingo (tappa e insegne del primato) e segnando un momento storico della corsa francese, primo corridore non di un paese limitrofo (Francia, Italia, Belgio, Lussemburgo e Germania) a conquistare un successo parziale. Non sarà neppure l’unico, visto che il ragazzo viennese vincerà ancora a Marsiglia e ad Aix-les-Bains, meritandosi anche un’onorevolissima 15esima posizione in classifica finale.

Nel frattempo, Fabio Battesini regala all’Italia la prima vittoria, a Brest, con Di Paco che a sua volta si impossessa della maglia gialla a Vannes, tenendola per quattro giorni e cedendola poi a Pelissier, proprio i due corridori che con cinque vittorie a testa saranno i più vincenti del Tour edizione 1931. E se Magne è fedele al suo rango, sempre presente agli avamposti del gruppo, in previsione delle tappe di montagne “le roi” Leducq denuncia una forma non proprio ottimale, cedendo al compagno di squadra, a cui lo lega un’amicizia sincera, quasi 3 minuti nella tappa di Bayonne, recuperandone due il giorno successivo con un tentativo di fuga da lontano verso Pau nel giorno in cui, appunto, Pelissier si veste di giallo. E l’8 luglio, nella Pau-Luchon di 238 chilometri, c’è da scalare Aubisque, Tourmalet e Peyresourde.

Seguendo i consigli dell’ex-grande corridore Victor Fontan (ritiratosi al termine del Tour de France 1930), Magne lascia che un plotoncino di attaccanti, composto dai belgi Demuysere, Schepers e Dewaele, dall’italiano Pesenti e dallo svizzero Albert Buchi, tenti la fuga da lontano e affronti con un buon margine di vantaggio Aubisque e Tourmalet, tornando sotto ai fuggitivi nella discesa di quest’ultimo colle. Leducq, nel frattempo, così come Rebry e Vervaecke, è sensibilmente attardato, quando Magne, sfruttando le sue doti di eccellente grimpeur ed approfittando di una foratura del belga, si invola sul Peyresourde, andando a tagliare il traguardo in beata solitudine con 4’42” su Pesenti e 7’44” su Demuysere, che, con l’aggiunta dei 3 minuti di abbuono, lo proiettano al comando della graduatoria con oltre 9 minuti di vantaggio sull’italiano.

Padrone, ora, della situazione, nonché definitivamente insignito dei gradi di capitano della Francia, Magne può affrontare con relativa tranquillità le tappe di Perpignan, Montpellier, Marsiglia e Cannes, che mettono le ali a Di Paco, Bulla e Pelissier, ma l’Italia non ha davvero deposto le armi, e verso Nizza sferra un deciso attacco al capoclassifica. Pesenti, coadiuvato da Felice Gremo ed Eugenio Gestri, orchestra un’azione da lontano, costringendo Magne a condurre da solo un inseguimento prolungato che a sera gli costa oltre 4 minuti. E se il giorno dopo Demuysere prova a fare altrettanto verso Gap, attaccando sul Col d’Allos, Magne, vittima di alcuni incidenti meccanici, deve ringraziare l’aiuto di Pelissier se, al termine della tappa, accusa solo 2 minuti di ritardo, tanto che la classifica provvisoria, esaurite le prime 15 fatiche, recita: Magne maglia gialla, Pesenti secondo a 5’28”, Demuysere terzo a 13’44”. Con gli altri pretendenti alla vittoria finale ad oltre mezz’ora, verosimilmente saranno proprio i primi tre a giocarsi l’ultima maglia gialla di Parigi.

Con Pelissier (primo a Grenoble), Bulla (che, appunto, bissa ad Aix-les-Bains) e Di Paco (il più veloce a Belfort, a Metz e a Charleville) a confermarsi implacabili cacciatori di successi parziali, lo stesso Demuysere a tentare la sorte a Evian guadagnando 48″ su Magne, e Leducq a dare un saggio della sua, sbiadita, classe a Colmar, si giunge alla penultima tappa, Charleville-Malo del Bains, 271 chilometri che rappresentano l’ultima occasione per sovvertire l’ordine di classifica precostituito. Ed il Belgio gioca le sue carte, fino in fondo, attaccando sotto una pioggia battente e sulle strade lastricate di pavé dopo soli 100 chilometri con Demuysere e Rebry e forzando Magne agli straordinari, costretto a sudare le proverbiali sette camicie per inseguire ora l’uno, ora l’altro e salvare la maglia gialla, mentre Pesenti, affaticato, rotola nelle retrovie, a sera attardato di ben 17’34”. All’arrivo, Rebry è primo, ma Magne, incollato alla ruota di Demuysere a soli 11″ dal battistrada, regge l’assalto e di fatto suggella il suo primo trionfo al Tour de France.

Al Parc des Princes di Parigi, il 26 luglio 1931, al termine di un’ultima tappa di ben 313 chilometri (e 13h15m38sec di estrema fatica), Pelissier chiude in gloria, accompagnando sul palco dei vincitori Antonin Magne, che nell’albo d’oro succede ad André Leducq, con Demuysere secondo a 12’56” e Pesenti terzo a 22’51”. Proprio vero, “morto il re, viva il re“…

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