LA VITTORIA NELLA LIGUE 1 1964/1965 DEL NANTES, LA SQUADRA DIMENTICATA DEL CALCIO FRANCESE

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Il Nantes campione di Francia nel 1965 – da pesmitidelcalcio.com

articolo di Nicola Pucci

Quando si sconfina in casa dei cugini d’Oltralpe, si ha la tendenza, per la verità non troppo attenta ai fatti della storia, di prendere il Paris Saint Germain quale squadra di riferimento del calcio francese. Ed è anche naturale che sia così, perché è la formazione che da un decennio sta dando la sua impronta al calcio a quelle latitudini, avendo altresì preso il posto dell’Olympique Lione che aveva fatto altrettanto con sette titoli consecutivi nei primi sette anni del Nuovo Millennio.

E se a queste due realtà metropolitane si aggiungono St.Etienne, Marsiglia e Monaco, che capeggiano la graduatoria nazionale rispettivamente con 10, 9 ed 8 vittorie a testa (8 e 7, appunto, sono i successi in campionato per Paris Saint Germain ed Olympique Lione), nonché sono le formazioni che, accanto al Reims che vanta 6 titoli e due finali di Coppa dei Campioni, nel 1956 e nel 1959 in entrambe i casi sconfitto dall’imbattibile Real Madrid, hanno guadagnato l’ultimo atto della più importante rassegna continentale (i “verdi” perdendo con il Bayern, 1-0 nel 1976, la squadra di patron Bernard Tapie perdendo a sua volta la finale del 1991 con la Stella Rossa e vincendo quella di due anni dopo contro il Milan, 1-0 nella sfida di Monaco segnata dallo spegnimento dei riflettori dello stadio, e i monegaschi bastonati dal Porto di Mourinho, 0-3 nel 2004), c’è un’altra squadra ancora, il Nantes, che seppur senza eccellere in Europa (“solo” semifinalista in Coppa delle Coppe nel 1980 e in Coppa dei Campioni nel 1996), ha trionfato a sua volta otto volte in patria. Merita, dunque, che se ne ricordi i successi nazionali, troppo spesso invece destinati a venir dimenticati, con particolare attenzione a quello della stagione 1964/1965, che impreziosisce una bacheca societaria che proprio in quegli anni iniziò a prendere corpo.

Conviene partire da qualche decennio addietro, e più precisamente dal 1943 quando, in piena occupazione tedesca, a Nantes le cinque squadre cittadine, ovvero Saint-Pierre, Stade Nantais U.C., A.C. Batignolles, A.S.O. Nantaise e Mellinet, per impulso di Marcel Saupin, che altri non è che il manager del Mellinet nonché un noto “collaborazionista“,  e di Jean Le Guillou, imprenditore della BTP (settore economico del “bâtiment et des travaux public“) decidono di unire le forze fondando, appunto, il Football Club de Nantes, che ha sede al centro sportivo “La Joneliere“, alle porte della città, e che al termine del secondo conflitto bellico diventa una formazione ammessa a partecipare ai campionati professionistici, vincendo la Division d’Honneur ed entrando a vele spiegate in Seconda Divisione. Dove, dopo un quinto posto iniziale, alloggia per ben 15 stagioni consecutive, fin quando, a far data anno calcistico 1960/1961, José Arribas rileva il posto di allenatore dal cecoslovacco Karel Michlowski, dimessosi dopo che la squadra nella stagione precedente, in testa alla classifica alla fine del girone d’andata, era retrocessa addirittura all’ottavo posto fallendo l’obiettivo della promozione in Prima Divisione. E con il tecnico nato a Bilbao, che per ragioni di budget è stato scelto in quanto alla guida di un club amatoriale, il Noyen-sur-Sarthe, il Nantes va incontro a quello che sarà il primo decennio d’oro della sua storia.

Arribas rivoluziona non solo la squadra, reclutando tra gli altri i giocatori che ne faranno le fortune negli anni a seguire, come l’attaccante Philippe Gondet, ma adotta anche uno stile di gioco, divenuto noto come “jeu à la nantaise“, che privilegia il collettivo e la fase offensiva, il che produrrà risultati importanti. Tanto per cominciare, dopo due prime stagioni interlocutorie, il 1 giugno 1963 infine il Nantes, a coronamento di un cammino che lo ha visto dominare la concorrenza fin dall’inizio del campionato, battendo 3-1 il Sochaux viene promosso in Ligue 1, ironia della sorta proprio alcune settimane dopo la scomparsa del suo storico fondatore, appunto Marcel Saupin, che non avrà dunque il piacere di vedere la sua creatura giocare in Prima Divisione, e al quale viene dedicato lo stadio che oggi, tutti, conoscono con il nuovo nome di “Stade de la Beaujoire“.

Il 1 settembre 1963, dunque, è una data che di diritto entra nell’enciclopedia del calcio della città della Loira Atlantica, perché davanti agli 11.906 spettatori dello stadio a quel tempo ancora chiamato “Malakoffil Nantes debutta in Ligue 1, pareggiando 2-2 contro il Sedan grazie alle prime reti di Jacky Simon, che a fine stagione sarà top-scorer della squadra con 11 reti, e Rafael Santos, aprendo una stagione che vedrà “les canaris” (“i canarini“), così ribattezzati per i colori sociali giallo-verdi, terminare in una più che onorevole ottava posizione, a soli 10 punti dal St.Etienne, campione di Francia nonostante fosse stato appena promosso, a sua volta, in Prima Divisione.

Quel primo campionato in cui Arribas e i suoi ragazzi fanno vedere quel di cui sono capaci è solo il preludio, tanto inatteso quando improvviso, della memorabile pagina di calcio transalpino che il Nantes sta per vergare l’anno dopo, 1964/1965. Stagione che si apre con il St.Etienne, appunto, che difende il titolo, il Monaco che appare ragionevolmente lo sfidante più accreditato in virtù del secondo posto ottenuto alle spalle dei “les verts“, e Lens ed Olympique Lione, rispettivamente terzo e quarto, che coltivano la legittima speranza di migliorare il piazzamento. Ed invece…

… ed invece la stagione, come già la precedente, sovverte completamente i pronostici, con St.Etienne e Monaco che non tengono fede al loro rango scivolando nell’anonimato del centroclassifica e, con alcune grandi del recente passato quali Reims, Nizza, Racing Club e Marsiglia addirittura relegate in Seconda Divisione, nuove protagoniste che si affacciano alla ribalta. Tra queste, proprio il Nantes, che in estate non ha operato grandi colpi sul mercato, inserendo solo due giovani rincalzi a centrocampo, Lionel Lamy e Bernard Maligorne promossi dalla squadra giovanile, ha in André Castel, preso dallo Cherbourg, il nuovo portiere di riserva del titolare Daniel Eon, e in attacco ha aggiunto il maliano Bako Tourè, in arrivo dal Nancy, e il promettentissimo 18enne Joel Prou, a sua volta prodotto dal vivaio.

Ad onor del vero il debutto, il 29 agosto, non è certo dei più rassicuranti in prospettiva futura, se è vero che “les canaris” escono con le ossa rotte dalla trasferta nel Principato di Monaco, perdendo con un netto 4-1 a dispetto del vantaggio firmato da Jacky Simon che trasforma un calcio di rigore in chiusura di primo tempo. Ma quel che parrebbe al primo impegno, non viene invece confermato dalle giornate che seguono, se è vero che il Monaco, pur partito con grandi ambizioni, terminerà solo 12esimo, nel mentre la squadra di Arribas ha modo di riscattarsi già al secondo turno davanti al pubblico amico, quando allo “Stade Malekoff” si presentano i campioni in carica del St.Etienne, a cui viene riservato lo stesso trattamento, roboante 4-1 garantito da una doppietta di Simon e dalle reti dell’argentino Ramon Muller e dell’algerino Sadek Boukhalfa, replicando sette giorni contro il Rouen, 3-0 con un’altra doppietta di Simon, che si conferma bomber di razza, ed il sigillo di Jean-Claude Suaudeau, uno dei cardini del gioco della squadra.

Il neopromosso Sochaux guida dopo tre giornate, a punteggio pieno, agganciato poi dall’Olympique Lione il turno successivo, ma il Nantes inizia già a farsi sotto, rimontando due reti a Lille e facendo ancora valere il fattore campo contro lo Stade Francaise alla quinta giornata, altro 4-2 con reti di Muller, Bernard Blanchet, Boukhalfa e dell’immancabile Simon, già a quota 7 reti in 5 partite.

Tuttavia, la prima parte del campionato registra continui cambi di proprietà in vetta alla classifica, con Sochaux ed Olympique Lione a loro volta agganciati dal Toulon, altra squadra che arriva dalla Seconda Divisione, alla settima giornata, lo stesso Olympique che rimane solo all’ottava giornata, e proprio il Nantes, che passa a Lens 3-0 per poi battere l’Angers 2-1 con reti di Simon e Muller davanti al pubblico amico, che opera il sorpasso la settimana dopo.

Il primato, storico, della squadra di Arribas ha però vita breve, perché la sconfitta di Tolosa, 0-3, consente ancora all’Olympique Lione di tornare al primo posto provvisorio, appaiato al Nimes, per poi, rientrati nei ranghi gli occitani, nuovamente far coppia con l’Olympique in virtù del successo per 3-2 contro lo Strasburgo in un’altalena di punteggio risolta dalla rete decisiva all’81’ di Gilbert Le Chenadec.

Tocca poi ad un’altra protagonista inattesa, il Valenciennes, trascinato dalle reti della coppia composta da Paul Sauvage e Serge Masnaghetti, rilevare Nantes ed Olympique Lione in testa alla classifica, battendo 2-1 nello scontro diretto proprio la squadra di Arribas – complici anche due sfortunate autoreti di Georges Grabowski -, che conosce una fase di relativo appannamento, perdendo in casa con il Rennes, 2-3, ed infilando poi una serie di tre pareggi consecutivi che l’allontana a quattro punti dalla vetta.

Alla 16esima giornata il Nantes fa visita all’Olympique Lione, che capeggia la graduatoria con il Valenciennes, e se l’1-1 a referto, firmato dalle reti di Bruey e Le Chenadec, certifica comunque la competitività dei “les canaris“, il 5-1 casalingo con il Toulon, con doppiette di Simon e Boukhalfa e rete dell’altro argentino in organico, Rafael Santos, chiude il girone d’andata, con Valenciennes ed Olympique Lione in testa a 21 punti, Sochaux e Bordeaux ad inseguire a 20 punti, e Nantes e Nimes, a quota 19 punti, pronte ad approfittare delle incertezze di chi sta loro davanti.

Insomma, il Nantes è in lotta per il titolo, e se questo è sorprendente per quel che erano le attese alla vigilia del campionato, non lo è davvero ora che la squadra di Arribas ha mostrato il suo volto di formazione votata all’attacco, con un centravanti quale Simon che non fallisce un colpo sotto porta, Blanchet, Boukhalfa e Santos che lo assecondano perfettamente completando il quartetto offensivo, Muller e Suaudeau che padroneggiano il centrocampo e il blocco composto da Le Chenadec, Gabriel De Michele, Robert Budzinsky e Robert Siatka a protezione di Daniel Eon, portiere d’esperienza che si rivela estremamente affidabile. In panchina, pronto ad entrare in campo e far valere quelle doti di bomber di razza che l’anno dopo, stagione 1965/1966, produrranno ben 36 reti in 37 partite, Philippe Gondet.

Così come l’inizio del torneo qualche mese prima, la fase discendente del campionato non parte nel migliore dei modi per il Nantes, che perde 0-2 in casa del St.Etienne e si trova ora a quattro punti dal solitario Valenciennes, ma quello a “Geoffroy Guichard” è solo l’ultimo scivolone dei gialloverdi, che da questo momento iniziano una cavalcata, all’insegna di un calcio-champagne che non ha eguali in Francia, destinata a portar lontano. Nelle successive otto giornate, infatti, il Nantes mette assieme quattro vittorie e quattro pareggi, tra cui il fondamentale 2-0 alla 22esima giornata al Bordeaux, che nel frattempo ha rilevato il Valenciennes in testa alla classifica e si era presentato allo “Stade Malenkoff” con quattro punti di vantaggio sui “canarini“. Contro i “girondini” il Nantes esprime il meglio del suo gioco spumeggiante a tuttocampo, segnando con Blanchet e Simon le due reti che riducono a soli due punti il ritardo dalla testa di una classifica che, con ancora 12 giornate da disputare, vede ben otto squadre racchiuse in tre punti e, dunque, in lizza per la conquista del titolo di Campione di Francia.

E se tra queste Nimes, che stante la classifica “corta” addirittura retrocederà in Seconda Divisione, Tolosa, lo stesso Olympique Lione e il Rennes escono poi dai giochi per la vittoria finale, ecco che il Nantes, che, dopo il Bordeaux, batte proprio il Nimes in trasferta 3-0 con doppietta di Simon ed acuto di Santos (-2 dalla vetta), si salva all’ultimo minuto in casa con il Lens grazie al 20esimo gol di Simon (ancora -2 dalla vetta), si fa rimontare due volte dall’Angers (-2 dalla nuova capolista, lo Strasburgo) e demolisce 4-0 il Tolosa grazie alla giornata di gloria di Santos che sigla una tripletta (-1 dal Bordeaux che grazie ad una rete di Didier Couécou ha battuto e scavalcato lo Starsburgo), alla 27esima giornata ospita il Valenciennes, quarto in classifica, che si gioca le ultime speranze di rimanere in corsa. La sfida, al cospetto di quasi 15.000 spettatori, è accesa e mette l’una di fronte all’altra due concezioni diametralmente opposte di intendere il gioco del calcio, quella offensiva di mister Arribas e quella volta al contenimento per poi colpire in contropiede della squadra allenata da Robert Domergue. Santos segna al 26′, e se le parate di Daniel Eon conserveranno il vantaggio fino al triplice fischio di chiusura, la sera dopo, 28 marzo 1965, il Nantes, complice la sconfitta casalinga del Bordeaux con l’Olympique Lione, 0-2, balza al comando della classifica, in coabitazione con lo Strasburgo che nel frattempo si è imposto 3-1 a Rouen grazie ad una tripletta dell’argentino José Farias.

Ormai lanciato, il Nantes non può davvero più nascondersi, il titolo diventa un obiettivo perseguibile, seppur il pesante rovescio della giornata successiva, 0-4 a Rennes, farebbe pensare altrimenti. Ma lo Strasburgo cade a sua volta a Lione, che torna a -2 dalla vetta assieme al Valenciennes che batte il St.Etienne che deve invece definitivamente dire addio al sogno di confermarsi, ed il Bordeaux, pareggiando 1-1 con il Tolosa, non allunga, ed allora, le ultime sei giornate, non possono che trasformarsi in una passerella trionfale per i ragazzi di Arribas, che ingranano la marcia e non lasciano più chances alle rivali.

Il 3-0 casalingo al Sochaux, con doppietta di Simon e sigillo di Santos, coppia d’oro dell’attacco gialloverde, e il 2-2 in rimonta a Sedan, con Simon e Suaudeau a rispondere alle reti di Roy e Cardono, garantiscono infatti il primato in solitudine, complici le concomitanti sconfitte di Bordeaux e Strasburgo che, invece, si vedono rimontare da Lens e Tolosa, e l’1-1 nello scontro diretto proprio contro lo Strasburgo, strappato grazie alla rete di Suaudeau al l’87’ che pareggia l’autorete di Georges Bouet, vale una sorta anticipata di elezione a Campione di Francia.

Perché, se è vero che il Bordeaux, effimeramente, torna in vetta a pari merito con “les canaris“, solo tre partite separano il Nantes dal coronamento di un sogno. E sono tre sfide che i ragazzi di Arribas non sbagliano, anzi, battendo 3-0 l’Olympique Lione con tre reti di uno scatenato Jean Guillot, fuori per quasi tutta la stagione per un grave infortunio ma rientrato al momento opportuno, e passando a Tolone con una rete a soli quattro minuti dal termine di Gondet, nel mentre Valenciennes e Bordeaux, le due concorrenti al titolo, non vanno oltre lo 0-0 nello scontro diretto, garantiscono il risolutivo punto di vantaggio in classifica.

A 90 minuti dal termine del campionato, dunque, il Nantes ha 41 punti contro i 40 punti del Bordeux e i 39 punti del Valenciennes, ma il calendario, per l’ultima gara che vale il titolo, propone alla squadra di Arribas di affrontare davanti al pubblico amico il Monaco, che non ha niente da chiedere al campionato, nel mentre il Bordeaux ospita il St.Etienne, pure lui senza obiettivi da raggiungere, e il Valenciennes va a far visita al Rouen, impelagato invece nella lotta per non retrocedere. E se il Valenciennes, sotto all’intervallo ed infine capace di agguantare il pareggio all’ultimo minuto con una rete di Guillon, chiude infine sul terzo gradino del podio con 40 punti, il Bordeaux, che con De Bourgoing rimonta la rete iniziale di Guy impattando a sua volta per 1-1, non può che aggrapparsi all’esilissima illusione che il Monaco faccia il colpaccio allo “Stade Malaekoff“, che da qualche settimana è stato intitolato, come è giusto che sia, a Marcel Saupin.

Ma il 30 maggio 1965, nel tripudio di oltre 20.000 bandiere gialloverdi, al cospetto di un pubblico appassionato che non attende altro che celebrare come meritano i proprio eroi in maglietta e calzoncini, che corrono abilmente dietro ad un pallone da calcio, il Nantes non fallisce il suo appuntamento con la storia, sbloccando ben presto il risultato con la 26esima rete in campionato di Simon, che si laurea anche miglior cannoniere del torneo, al 9′, per poi raddoppiare con Muller al 14′, per il repentino 2-0 che lascia spazio, solo, alla festa dei “canarini“.

Già, perché la rete del definitivo 2-1 siglata da Bailet all’89’ non cambia di una virgola quella meravigliosa pagina dell’antologia di calcio transalpino che si sta aprendo: quella del “jeu a la nantaise” di José Arribas, un basco alla corte dei Campioni di Francia.

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