LA FINALE 2013 DI CHAMPIONS LEAGUE BAYERN-BORUSSIA DORTMUND, UNICA FRA SQUADRE TEDESCHE

Il Bayern festeggia la Champions League 2013 – da it.uefa.com

articolo di Giovanni Manenti

Finché la più prestigiosa manifestazione calcistica europea per squadre di club era la Coppa dei Campioni, era praticamente impossibile vedere due formazioni dello stesso paese disputare la finale, visto che vi prendevano parte solo le vincenti dei rispettivi campionati nazionali, fatta salva la detentrice del trofeo che, peraltro, molto spesso si imponeva anche in patria.

Situazione che ovviamente cambia con l’istituzione della Champions League a far tempo dall’edizione 1992-’93, con il numero delle partecipanti per singola nazione ad andare progressivamente ad aumentare in base al ranking Uefa dei rispettivi paesi, sino a diventare quattro per i primi tre campionati continentali, tre per le squadre dal quarto al sesto posto e due dal settimo al quindicesimo.

Proprio quest’ultima variazione, introdotta per il torneo 1999-’00, fa sì che porti due squadre spagnole, il Real Madrid ed il Valencia, a disputare la prima finale con due club della stessa nazione, dopo che in semifinale era giunto anche il Barcellona, unitamente al Bayern Monaco.

Questa circostanza di avere tre formazioni dello stesso paese fra le prime quattro della manifestazione, ricorre anche nelle due successive occasioni di altre finali che contrappongono squadre che ben si conoscono, ovvero nel 2003, con Inter, Milan e Juventus semifinaliste assieme al Real Madrid per un atto conclusivo fra bianconeri e rossoneri, con questi ultimi ad imporsi ai calci di rigore.

Stessa situazione si ripete nel 2008, allorché le due semifinali oppongono il Chelsea al Liverpool ed il Barcellona al Manchester United, per una finale “All England” che, come cinque anni prima, si decide ai calci di rigore vedendo prevalere il Manchester sul Chelsea dopo l’1-1 al termine dei tempi regolamentari e successivi supplementari.

Manca all’appello la “quarta big” del calcio continentale, ovvero la Germania, che avrebbe potuto sfruttare una tale situazione nella precedente Coppa dei Campioni nel corso degli anni ’70, periodo in cui nell’allora Germania Ovest primeggiavano il Bayern Monaco ed il Borussia Monchengladbach, che per due edizioni (1975-’76 e 1976-’77) consecutive vi prendono entrambe parte, ma nel primo caso il cammino del Borussia si arresta ai quarti (eliminato 2-2 ed 1-1 dal Real Madrid) e, nel secondo, sono i bavaresi ad arrendersi, sempre ai quarti (1-0 e 0-2) contro la Dinamo Kiev, mentre il Borussia raggiunge la finale solo per essere sconfitto 1-3 dal Liverpool.

Per trovare due formazioni tedesche in grado di competere ai massimi livelli internazionali – Bayern escluso ovviamente – dobbiamo attendere la crescita esponenziale del Borussia Dortmund che, dopo aver conosciuto anche il purgatorio della Zweite Liga ad inizio anni ’70, si aggiudica due titoli (1995-’96) consecutivi della Bundesliga, cui abbina la conquista dell’edizione 1997 della Champions League superando 3-1 la Juventus in finale, unendovi la Coppa Intercontinentale a spese del Cruzeiro.

Imprese alle quali fanno seguito, per il club renano, un sesto titolo di campione tedesco nel 2002 e, soprattutto, il “periodo d’oro” d’inizio del successivo decennio, durante il quale rappresenta l’unica vera alternativa allo strapotere del Bayern, ingaggiando epici duelli più o meno sulla stessa falsariga di quelli che avevano caratterizzato le sfide fra i bavaresi e l‘Amburgo tra fine anni ’70 ed inizio anni ’80 del XX secolo.

Dopo, difatti, che il Bayern ha concluso come suo solito la prima decade del Nuovo Millennio, ovvero aggiudicandosi sei del 10 tornei di Bundesliga dal 2001 al 2010, ecco che il Borussia, la cui guida è già stata affidata a Jurgen Klopp a far tempo da luglio 2008, inaugura il successivo decennio facendo suo il titolo nel 2011 con largo margine (75 punti contro i 68 del Bayer Leverkusen ed i 65 del Bayern), per poi confermarsi l’anno seguente, abbinandovi anche la coppa nazionale (DFB-Pokal) con un’umiliante 5-2 inflitto in finale proprio al club bavarese.

Bayern che ha concluso il campionato in seconda posizione, ancorché staccato (81 a 73) di 8 lunghezze dal Dortmund, puntando tutte le sue fiches sulla Champions League, giungendo per la nona volta in totale in finale, con il vantaggio che la gara si disputa all’“Allianz Arena” di Monaco davanti al proprio pubblico.

Ma la “stagione maledetta” della formazione allenata da Jupp Heynckes ha ancora in riserbo l’ultimo “calice amaro”, rappresentato dalla sconfitta ai calci di rigore contro il Chelsea dopo che il vantaggio siglato da Thomas Muller all’83’ aveva illuso i supporters bavaresi, annullato dal pari di Drogba all’88’, per poi vedere Arjen Robben fallire un calcio di rigore nel primo tempo supplementare.

Capirete, pertanto, quanto alta sia la voglia di riscatto di Heynckes e dei suoi ragazzi ai nastri di partenza della stagione 2012-’13 che, per quanto riguarda la fase a gironi della Champions League, li vede inseriti nel Gruppo F assieme a Valencia (contro cui il Bayern si è aggiudicato l’ultima Champions League nel 2001), BATE Borisov e Lille.

Il Borussia Dortmund, dal canto suo – e che alla vittoria nel 1997 ha fatto registrare quale miglior risultato solo aver raggiunto le semifinali l’anno seguente (eliminato 0-0 e 0-2 dal Real Madrid), oltre a disputare la finale 2002 della Coppa Uefa, sconfitto 2-3 dal Feyenoord –, non è riuscito a superare la fase a gironi dell’edizione precedente (addirittura ultimo nel Gruppo F vinto dall’Arsenal davanti ad Olympique Marsiglia e Olympiakos) e, stavolta, è sorteggiato in un “girone di ferro” che comprende altresì Real Madrid, Ajax e Manchester City.

Il club inglese non è quello attuale, ed il Borussia “blinda” la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta già al termine delle gare di andata, essendo sufficiente una rete del suo “bomber” Robert Lewandowski per superare 1-0 l’Ajax al “Westfalenstadion”, per poi sfiorare il colpo grosso oltremanica, con un rigore di Balotelli al 90’ ad evitare la sconfitta per i “Citizens”, e quindi disporre di misura (2-1, reti di Lewandowski e Schmelzer a fronte di un acuto di Cristiano Ronaldo) del Real Madrid, al quale impone il pari per 2-2 anche al ritorno al Santiago Bernabeu.

Girone finito in gloria con altre due affermazioni (4-1 esterno ad Amsterdam, con doppietta di Lewandowski, ed 1-0 al Manchester City) e che vede il Borussia Dortmund al primo posto con 14 punti, seguito dal Real Madrid con 11, mentre accede all’Europa League l’Ajax quale terza classificata.

Dal canto suo, il Bayern si “complica la vita” con un’inattesa sconfitta esterna per 1-3 a Minsk contro il BATE Borisov, alla quale peraltro rimedia (1-0 in Francia e 6-1 all’“Allianz Arena” con tripletta di Claudio Pizarro) facendo bottino pieno con il Lille e riscattando la sconfitta con il 4-1 in Baviera nel ritorno con la formazione bielorussa, garantendosi il primo posto nel girone a parità di punti (13 a testa) in virtù del confronto diretto con il Valencia, che vede i bavaresi imporsi 2-1 fra le mura amiche e strappare il pari per 1-1 in terra iberica.

Con la fase a gironi a non riservare eccessive sorprese, se si esclude quella del Chelsea detentore del trofeo, eliminato nel Gruppo E vinto dalla Juventus con 13 punti, solo per una regola piuttosto assurda, ovvero facendo valere la norma che assegna valore doppio alle reti segnate in trasferta nel confronti diretto (3-2 ed 1-2) con lo Shakhtar Donetsk avendo concluso con 10 punti a testa, mentre la differenza reti totale avrebbe premiato (+6 rispetto a +4) la formazione inglese.

Ma tant’è, e così le 16 qualificate tornano in campo a metà febbraio 2013 per la disputa degli ottavi, nel mentre in Germania la Bundesliga ha in pratica già emesso il proprio verdetto, con il Bayern ad aver chiuso il girone di andata con un margine (42 punti a 33) di 9 lunghezze sul Dortmund, ampliato a 15 (54 a 39) dopo le prime quattro giornate del ritorno.

Ecco pertanto che, per opposti motivi, le due formazioni leader del campionato tedesco possono dedicare i loro massimi sforzi al torneo continentale, con i relativi accoppiamenti ad abbinare al Bayern l’Arsenal ed al Borussia lo Shakhtar, mentre le altre sfide sono Schalke 04-Galatasaray, Juventus-Celtic Glasgow, Barcellona-Milan, Paris Saint-Germain-Valencia, Malaga-Porto e l’affascinante Manchester United-Real Madrid.

Non vi sono eccessivi problemi per Klopp ed i suoi che, dopo il pari per 2-2 all’andata in Ucraina, chiudono facilmente i conti con il 3-0 del ritorno, tutto il contrario dei bavaresi che, convinti di aver la qualificazione in tasca con il 3-1 all’“Emirates Stadium” londinese, fanno venire più di un brivido ai propri tifosi allorché i “Gunners”, sbloccato il risultato in avvio al ritorno con Giroud, si portano su 2-0 con il punto siglato da Koscielny a 4’ dal termine, salvando il passaggio ai quarti solo per la norma che assegna valore doppio alle reti segnate in trasferta.

Nelle altre sfide, sul velluto la Juventus (3-0 e 2-0 agli scozzesi), si illude il Milan con il 2-0 di San Siro sul Barcellona solo per essere travolto 0-4 (doppietta di Lionel Messi) in Catalogna, mentre passano il turno di misura il Galatasaray (1-1 e 3-2 esterno sullo Schalke), il Paris Saint-Germain (2-1 esterno ed 1-1 con il Valencia), il Malaga (che rimonta con il 2-0 del ritorno la sconfitta per 0-1 all’andata in Portogallo) ed il Real Madrid che, dopo essere stato fermato sul pari per 1-1 al “Santiago Bernabeued essere passato in svantaggio ad inizio ripresa a Manchester, compie l’impresa di ribaltare il risultato nello spazio di tre minuti (dal 66’ al 69’) con due “firme d’autore, vale a dire Modric e Ronaldo.

Completato pertanto il quadro dei quarti con tre squadre spagnole, due tedesche ed una italiana, turca e francese ancora in lizza, ecco che il sorteggio propone al Borussia l’avversario sulla carta più facile, ovvero il Malaga, mentre il Bayern deve vedersela con una Juventus che la stagione precedente ha appena iniziato la strepitosa serie che la porterà ad aggiudicarsi 9 scudetti consecutivi.

Viceversa, il verdetto del campo fornisce esiti diametralmente opposti, nel senso che i bavaresi approdano alle semifinali rifilando ai bianconeri un doppio 2-0 (di Alaba e Thomas Muller le reti all’“Allianz Arena” e di Mandzukic e Pizarro a Torino), mentre a Dortmund si registra un altro di quei “miracoli sportivi” che solo il celeberrimo “Muro Giallo” (“Die Gelbe Wand” in tedesco) può regalare .

Accade, difatti, che dopo lo 0-0 dell’andata in Spagna, le due squadre vadano al riposo sul punteggio di 1-1 (che qualificherebbe il Malaga), con gli spagnoli a ritenere di aver superato il turno allorché all’82’ Eliseu porta nuovamente in vantaggio gli ospiti, il che significa che al Borussia necessitano due reti per accedere alle semifinali, che ancora non si materializzano allo scoccare del 90’, con il direttore di gara a concedere 4’ di recupero.

Nel primo dei quali Reus risolve una mischia in area per siglare il punto del 2-2 ancora favorevole agli iberici, ma i padroni di casa attaccano sotto la loro celebre “Sudtribune”, così che passano solo 60” allorché un’altra azione confusa dentro l’area di porta vede il brasiliano Santana dare il tocco decisivo alla palla quasi sulla linea per la rete del definitivo 3-2 sotto lo sguardo incredulo del tecnico cileno Manuel Pellegrini.

A far compagnia alle due tedesche sono il Real Madrid, che dispone del Galatasaray ipotecando le semifinali con il 3-0 dell’andata (di Ronaldo, Benzema ed Higuain le reti), amministrato al ritorno con la sconfitta per 2-3 (doppietta di Ronaldo), al pari del Barcellona solo grazie al valore doppio delle reti segnate in trasferta (2-2 ed 1-1) contro il Paris Saint-Germain.

Spagna-Germania, dunque, sfida che aveva visto protagoniste anche le rispettive nazionali sia nella finale degli Europei 2008 che nella semifinale dei Mondiali di Sudafrica 2010 – ed in entrambi i casi con gli iberici ad imporsi per 1-0 –, con il sorteggio ad evitare i derby, abbinando il Real al Borussia ed il Bayern al Barcellona.

Orfani di Pep Guardiola – con cui si erano aggiudicati le edizioni 2009 e 2011 –, i catalani, affidati al suo vice Tito Villanova, vanno incontro ad una durissima, quanto inaspettata lezione, travolti sia all’andata in Baviera (4-0, doppietta di Thomas Muller ed acuti di Mario Gomez e Robben) che al ritorno al “Camp Nou”, dove il 3-0 per i tedeschi è confezionato dai centri ancora di Robben e Thomas Muller, oltre ad un’autorete di Gerard Piqué.

La “due giorni di gloria” del calcio teutonico si completa il 24 aprile 2013 al “Westfalenstadion” allorché anche il Borussia rifila un poker di reti (tutte a firma Lewandowski) al Real, a cui peraltro il punto del provvisorio 1-1 siglato da Ronaldo fornisce qualche tenue speranza in vista del ritorno, che vede i “Blancos” attaccare a testa bassa per tutto il primo tempo, ma stavolta il “muro” lo orige l’estremo difensore Weidenfeller, addirittura prodigioso sulle conclusioni di Higuain e Ronaldo.

Con le due squadre ad andare al riposo sullo 0-0, la prima grande chance della ripresa spetta a Lewandowski che ha sul destro la palla che chiuderebbe definitivamente il discorso qualificazione, ma la sua conclusione si stampa sulla parte interna della traversa della porta difesa da Diego Lopez, rimbalzando poco al di qua della linea, per poi toccare a Gundogan sprecare il vantaggio ospite sparando addosso all’estremo difensore da distanza ravvicinata.

Con il cronometro a scorrere, le speranze dei madridisti sembrano sempre più scemare, salvo ravvivarsi allorché Benzema, subentrato ad Higuain, devia sotto misura un cross dalla destra di Ozil per il punto dell’1-0 quando mancano solo 7’ al 90’, rete che riaccende gli animi che addirittura si incendiano nel momento in cui Sergio Ramos scaraventa tutta la sua rabbia in una conclusione sotto la traversa all’88’, ma ormai è tardi ed al triplice fischio dell’arbitro inglese Howard Webb il biglietto per Wembley è in mano ai tedeschi.

Appuntamento dunque per il 25 maggio 2013 all’“Empire Stadium” londinese per la prima (e sinora unica) finale tutta tedesca che ha inizio alle ore 20:45 con la direzione di gara affidata all’arbitro italiano Nicola Rizzoli, con Klopp a confermare gli stessi undici di Madrid, con Grosskreutz al posto dell’infortunato Mario Gotze, da lui sostituito dopo appena 14’ al Bernabeu.

Heynckes, dal canto suo, apporta una sola variante, ovvero l’inserimento a difensore centrale del brasiliano Dante in luogo di Van Buyten, per una gara che vede il Bayern favorito nelle previsioni sia per la dimostrazione di forza espressa contro il Barcellona che per l’esito della Bundesliga, dominata con un punteggio record di 91 punti, frutto di 29 vittorie, 4 pareggi ed una sola sconfitta, avendo scavato un solco di ben 25 punti rispetto al Dortmund, secondo classificato.

Ma una cosa è il campionato ed un’altra una finale di coppa, specie se si tratta della più prestigiosa a livello di club, ed infatti l’inizio del match è favorevole ai gialloneri che impegnano due volte Neuer, dapprima con una conclusione da fuori di Lewandowski e quindi con un tocco ravvicinato di Blaszczykowski su cui l’estremo difensore della Nazionale si supera deviando in corner.

Tocca poi al suo omologo Weidenfeller esaltarsi, dapprima deviando un colpo di testa di Mandzukic e quindi chiudendo lo spazio al tocco ravvicinato di Robben presentatosi solo dinanzi a lui, subito dopo imitato da Neuer su Lewandowski, per poi essere ancora il portiere del Borussia ad opporsi a Robben, così che se il risultato a fine primo tempo è ancora bloccato sullo 0-0 di partenza lo si deve in larga parte alle prodezze dei due estremi difensori.

Nulla può, però, Weidenfeller allorché, allo scoccare dell’ora di gioco, una combinazione fra Ribery e Robben smarca l’olandese che, guadagnata la linea di fondo sulla sinistra, rimette al centra la sfera per la più facile delle deviazioni sotto misura da parte di Mandzukic per l’1-0 Bayern, sicuramente meritato.

Scossa dalla rete subita, la “pattuglia di Jurgen Klopp” ha una reazione di orgoglio e, su di una penetrazione di Reus in area, l’attaccante viene fermato fallosamente da Dante, con Rizzoli a decretare il penalty, ma senza sanzionare il difensore che era già stato ammonito, risparmiandogli pertanto il doppio cartellino giallo e conseguente espulsione.

Sul dischetto si porta Gundogan che, con glaciale freddezza, spiazza Neuer riportando le sorti dell’incontro in equilibrio quando abbiamo di poco superato metà ripresa, per un finale pertanto tutto da vivere, anche se appena 3’ dopo una ficcante azione del Bayern vede Muller presentarsi da solo in area sulla destra, superare Weidenfeller in uscita e passare la palla dalla parte opposta per l’accorrente Robben che viene anticipato con un intervento sensazionale di Subotic in scivolata.

Con i bavaresi ora in controllo del match, una conclusione dalla distanza di Alaba esalta i rifessi di Weidenfeller, che poi si ripete all’87’ su di una staffilata dal limite, forte ma centrale, di Schweinsteiger, ma proprio quando tutti si attendono il prolungamento ai supplementari, ecco che la “premiata ditta” Ribery-Robben confeziona l’azione decisiva, con il francese a liberare di tacco il compagno di squadra incuneatosi a centro area e mantenere la freddezza per superare l’estremo difensore avversario con un tocco morbido che manda la palla ad insaccarsi lentamente.

Diciamo che si tratta della giusta ricompensa che gli “dei del calcio” hanno voluto riservare all’esterno olandese che, la stagione precedente, si era macchiato dell’aver fallito un rigore ai supplementari nella finale contro il Chelsea e che anche sul verde prato di Wembley non aveva sfruttato tre favorevoli occasioni.

Da quella fine di maggio 2013 il Bayern è tornato in finale nel 2020, aggiudicandosi il trofeo superando 1-0 il Paris Saint-Germain nella gara disputatasi il 23 agosto a porte chiuse per l’emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da Covid-19 e, mentre scriviamo, le due formazioni tedesche sono nuovamente qualificate entrambe per le semifinali dell’edizione 2023-’24 della Champions League, assieme all’immancabile Real Madrid e proprio ai parigini.

E, visto che gli accoppiamenti sono Borussia Dortmund-PSG e Bayern-Real Madrid, potrebbe verificarsi una ripetizione dell’avvincente sfida di Wembley, visto che lo stadio londinese ospiterà anche quest’anno l’atto conclusivo.

Stiamo “volando troppo”? Può darsi, ma tanto “sognare non costa niente”…              

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