1970, L’ULTIMO ANNO DI JACK BRABHAM NEL SEGNO DELLA VITTORIA

articolo di Andrea La Rovere tratto da Formula 1, le storie

All’inizio del 1970 Jack Brabham è considerato un pilota ormai finito. “Black Jack“, come lo chiamano, ha 44 anni e viene da due stagioni in cui ha combinato poco o nulla. La batosta del 1967, quando è stato battuto da Hulme, umile neozelandese assunto come gregario nella sua squadra, pare averlo lasciato senza energie.

All’epoca Jack ha vinto tre titoli mondiali ed è il pilota che ha avuto più successo dopo Fangio. Brabham è anche l’unico ad aver vinto un Mondiale con una macchina che porta il suo nome: insomma, Jack avrebbe tutto per essere considerato una leggenda vivente. Eppure, anche oggi, il suo nome raramente viene ricordato assieme ai più grandi, forse per il carattere difficile o per l’immagine poco accattivante.

Alla prima gara dell’anno, nel 1970, il Gran Premio del Sudafrica, però, il vecchio Jack sorprende tutti. A Kyalami si qualifica terzo, si porta subito secondo e – dopo una fase di studio – attacca e supera Stewart, campione in carica. La sua è una vittoria cristallina, ottenuta dominando.

Brabham, galvanizzato, ci prende gusto: in Spagna segna la pole. In gara è secondo fino al 61° giro, poi la monoposto lo abbandona. A Monaco Brabham domina di nuovo: il vecchio campione è in forma insuperabile! All’ultimo giro, però, commette un errore impensabile per lui. Braccato da Rindt, arriva al Gasometro – l’ultima curva dell’ultimo giro – con troppa pressione sulle spalle. Rindt è ancora lontano, eppure Jack tenta un’assurda traiettoria difensiva, blocca le ruote e urta le barriere. Riparte ma è secondo.

Brabham è comunque in testa al Mondiale e ci rimane anche dopo il Belgio, dove la rottura della frizione lo priva del terzo posto. In Olanda inizia l’estate da dominatore di Rindt e in Francia Brabham è buon terzo. A Brands Hatch Jack domina ancora, ma si ripete la situazione di Montecarlo. All’ultimo giro tutti lo aspettano per festeggiare la sua vittoria, ma per primo passa Rindt: “Black Jack” ha finito il carburante ed è di nuovo secondo a motore spento. Con le due vittorie mancate sarebbe primo in classifica, così è secondo a 11 punti da Rindt.

Purtroppo, da qui le cose si complicano per Brabham. Jack precipita a metà classifica, a volte è più lento di Stommelen, compagno di colori. Brabham decide che a fine stagione appenderà il caschetto al chiodo.

In Messico, all’ultima gara, ci tiene a fare bella figura. In qualifica è ottimo quarto e in gara va fortissimo: a tredici giri dalla fine è terzo, dietro alle Ferrari di Ickx e Regazzoni, imbattibili nel finale di stagione. Un bel podio sarebbe il modo ideale di concludere la carriera, ma il motore cede e gli nega l’ultima gioia.

Alla fine del 1970 Brabham è quinto in campionato, a pari punti con Stewart: niente male per un vecchietto.

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