AI MONDIALI DI GARMISCH DEL 1978 L’ACUTO IN GIGANTE DI MARIA EPPLE CHE VALE UNA CARRIERA

articolo di Nicola Pucci

Di Maria Epple si può dire di tutto. Che fosse meno forte della sorella Irene (11 vittorie a 5 in gare di Coppa del Mondo), che a differenza della consanguinea prediligesse le discipline tecniche piuttosto che le prove veloci, ma non certo che non sia stata capace di cogliere l’occasione della vita. Come le successe ai Mondiali di Garmisch del 1978, quando fu tanto abile da mettersi al collo quella medaglia d’oro (in slalom gigante, per l’occasione) che manca invece nel palmares della più grande in famiglia, costretta ad accontentarsi di un argento in discesa (proprio ai Mondiali tedeschi) ed uno in slalom gigante alle Olimpiadi di Lake Placid del 1980.

Maria nasce a Seeg, in Baviera, l’11 marzo 1959, e se inizia a sciare seguendo le orme della sorella maggiore, di due anni più anziana, già nel 1975 si affaccia in Coppa del Mondo, inserita in Nazionale accanto ad Irene, a Rosi Mittermaier (indiscussa regina alle successive Olimpiadi di Innsbruck del 1976), a Pamela Behr e a Christa Zechmeister, ottenendo a dicembre un promettente nono posto nel gigante di Aprica a cui fa seguito, nel gennaio del 1976, un settimo ed un decimo posto negli slalom di Les Gets e Bad Gastein.

Proprio i Giochi di Innsbruck rappresentano per la Epple la prima chance in una grande rassegna internazionale, dovendosi tuttavia accontentare del 23esimo posto in discesa libera e del 24esimo in gigante, per poi, dopo una stagione 1976/1977 avara di soddisfazioni (solo un settimo posto in gigante a Sun Valley ed un decimo in slalom a Furano), scalare le graduatorie di merito l’anno successivo.

Nei primi quattro giganti disputati, infatti, Maria coglie il primo podio in carriera con il secondo posto di Val d’Isere alle spalle di Lise-Marie Morerod, è quarta a Madonna di Campiglio, e nel giro di 24 ore, a Les Mosses, con il terzo posto in scia alla stessa Morerod e di Hanni Wenzel e con il quarto a soli 7 centesimi dal podio di Fabienne Serrat, si candida quale protagonista tra le porte larghe ai Mondiali che dal 29 gennaio al 5 febbraio 1978 sono in calendario sulle nevi di casa di Garmisch. Accreditata di buone possibilità anche tra i pali stretti dello slalom, che l’hanno vista quarta a Bad Gastein e seconda a Maribor, battuta solo dalla Wenzel per 49 centesimi, e a dispetto di un leggero infortunio ai legamenti del ginocchio che l’hanno costretta a saltare le due gare di Berchtesgaden.

La famiglia Epple parte col piede giusto, con Irene che il 1 febbraio coglie la medaglia d’argento in discesa libera, distante solo 24 centesimi dall’imbattibile Annemarie Moser-Pröll, e se due giorni dopo, in slalom, Pamela Behr replica l’expolit con il secondo posto alle spalle della sorprendente austriaca Lea Solkner, Maria, che ha sciolto le riserve sul suo conto solo due giorni prima ma è costretta all’abbandono dopo poche porte della prima manche, rimanda ogni velleità di medaglia alla gara di gigante, programmata per il 4 febbraio sulla pista “Horn“.

La prima manche si risolve in un duello in famiglia Epple, con Irene, che scivola a valle col pettorale 26, che anticipa Maria, pettorale 9, di 11 centesimi (1’15″99 contro 1’16″10), con la Morerod provvisoriamente terza con un ritardo di 16 centesimi, scatenando il tripudio degli appassionati tedeschi presenti lungo il tracciato (se ne stimano circa 35.000) e lasciando immaginare due sorelle sui gradini più alti del podio come solo le francesi Marielle e Christine Goitschel seppero fare alle Olimpiadi di Innsbruck del 1964, in gigante come in slalom. Ma la seconda manche è più angolata, le doti di velocista di Irene vengono messe a dura prova ed infine, col tempo complessivo di 2’42″02, scivolerà al quarto posto. Morerod, Marie e la Moser-Pröll segnano lo stesso tempo parziale, 1’25″05, ed allora, all’atto di registrare i tempi finali, la piccola Epple, non ancora 19enne, per l’inezia di 5 centesimi si mette al collo la medaglia d’oro, battendo proprio la svizzera (vincitrice della Coppa del Mondo nel 1977) e la fuoriclasse austriaca, attardata di 75 centesimi. L’abbraccio tra Maria ed Irene, sulla linea del traguardo, a soffocare le lacrime, suggella il giorno d’oro dello sci tedesco.

Maria Epple non lo può certo ancora sapere, ma l’exploit in gigante ai Mondiali di Garmisch del 1978 sarà l’apice di una carriera che vedrà la più giovane delle sorelle conoscere un lungo periodo di buio, tra qualche infortunio di troppo e risultati non pari alle attese, tornando ad eccellere con un secondo posto nel gigante di Waterville Valley nella stagione 1979/1980 (battuta dalla Wenzel), per poi pennellare le sue annate migliori nel quadriennio 1981/1985 quando metterà in bacheca 5 vittorie in Coppa del Mondo, di cui quattro in gigante tra il 1981 ed il 1982, anno un cui sarà quarta in classifica generale, a Zwiesel, Oberstaufen, Aspen e San Sicario, ed un’ultima in slalom, ad Arosa il 25 gennaio 1985, quando un solo centesimo le permetterà di battere l’americana Tamara McKinney e, per l’ultima volta, essere la migliore di tutti.

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