IL VOLO VERSO L’ORO DEL DISCO DI VIRGILIJUS ALEKNA ALLE OLIMPIADI DI SYDNEY 2000

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Virgilijus Alekna a Sydney 2000 – da gettyimages.com

articolo di Nicola Pucci

Il lituano Virgilijus Alekna ha qualche rivincita da prendersi, quando si presenta all’appuntamento con le Olimpiadi di Sydney del 2000 nella gara del lancio del disco. Classe 1972, quinto ad Atlanta nel 1996, Alekna, un colosso di 200 centimetri per poco meno di 130 chilogrammi di forza erculea che si sposa perfettamente con una tecnica di prim’ordine, ha colto l’argento ai Mondiali di Atene del 1997 (battuto da Riedel ma davanti a Schult), accontentandosi del bronzo agli Europei di Budapest del 1998 (dietro agli stessi Riedel e Schult), per poi dover digerire un amaro quarto posto alla rassegna iridata di Siviglia 1999, privato del podio sempre dai due immancabili “gemelli” tedeschi, a loro volta beffati dall’inatteso americano Anthony Washington.

Alekna si presenta nondimeno ai Giochi forte della miglior prestazione stagionale, nonché seconda di ogni tempo, m.73,88, realizzata qualche settimana prima davanti al pubblico amico di Kaunas, ad avvicinare il record del mondo detenuto, ovviamente, da Schult con m.74,08, e gli addetti ai lavori lo considerano il favorito della prova olimpica, pronostico che si trova a spartire comunque con i due teutonici che come sempre danno il meglio nelle grandi manifestazioni.

Il turno di qualificazione del 24 settembre, nel magnifico e suggestivo scenario dello Stadio Olimpico della città australiana, fissa a m.64,00 la misura per accedere direttamente alla finale del giorno dopo, ed è proprio Lars Riedel, campione olimpico uscente nonché ben quattro volte consecutive campione del mondo, a realizzare il miglior lancio, m.68,15. Il sudafricano Frantz Kruger è secondo con m.67,54 ed avanza la sua candidatura al podio, con Alekna che si “accontenta” di m.67,10 mentre Schult, che ha 40 anni ed è alla quarta Olimpiade dopo l’oro di Seul 1988 e l’argento di Barcellona 1992, è ripescato con m.63,76, ottava misura tra i dodici ammessi all’atto decisivo, da cui è escluso il “grande vecchio” del disco lituano, Romas Ubertas, pure lui 40enne e campione olimpico a Barcellona 1992, nonchè l’azzurro Diego Fortuna, solo quattordicesimo in qualificazione. I due bielorussi Dubrovshchik e Kaptyukh, che ad Atlanta occuparono i due gradini più bassi del podio, sono pure loro della partita e non sono certo esclusi dalla lotta per le medaglie.

La finale si apre con Kruger che con m.67,89 è il migliore nella prima serie di lanci, avvicinato da Alekna che al secondo tentativo atterra a m.67,54. La sfida è avvincente e proprio al terzo lancio i candidati alla medaglia d’oro si scatenano, con Alekna che balza al comando con m.68,73 davanti a Riedel, che si ferma a m.68,50, e lo stesso Kruger che sale a m. 68,19, con Kaptyukh in quarta posizione a m.67,59. Curiosamente nessuno riesce più a far meglio, ad eccezione proprio di Alekna che al quinto lancio consolida la sua prima piazza con m.69,30, cogliendo infine quel successo olimpico che mancava al suo palmares e che doppierà quattro anni dopo ad Atene 2004, trionfo che andrà ad aggiungersi ai successi ai Mondiali 2003 e 2005 e agli Europei 2006. Riedel è secondo, Kruger conquista la medaglia di bronzo e Schult chiude in sesta posizione: l’era dei lanciatori tedesca è finita, si apre invece quella di Alekna.

E durerà a lungo, se è vero che il lituano, appunto quattro anni dopo ad Atene, rinnoverà il suo personale appuntamento con la medaglia d’oro olimpica, battendo stavolta l’ungherese Zoltan Kovago e l’estone Aleksander Tammert, a coronamento di un quadriennio da autentico dominatore della specialità in cui il possente discobolo che veniva dell’est vincerà, come detto, due titoli mondiali, a Parigi e ad Helsinki, ed un titolo europeo, ancora in Scandinavia, a Goteborg. E poi… e poi, dismessi i panni del campione, per Alekna anche un po’ di politica, per non farsi mancare proprio niente, al soldo del Movimento Liberale lituano, per il quale si guadagnerà un posto nel Parlamento del suo paese. Così, tanto per confermare che vincenti si nasce…