ROLF EDLING, IL COLOSSO MANCINO CHE VIENE DAL FREDDO

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Rolf Edling – da it.wikipedia.org

articolo di Gabriele Fredianelli

Rolf Erik Sören Edling è il colosso mancino che viene dal freddo. Quasi due metri d’altezza, quasi un quintale di peso, è svedese anche se nato in India, a Bombay, dove il padre lavora per una compagnia elettrica. Classe 1943, comincia a tirare di scherma a Sigtuna, periferia di Stoccolma e finirà la carriera con un oro alle Olimpiadi nel ’76, cinque titoli mondiali tra individuale e a squadre, un argento e quattro bronzi sempre nella rassegna iridata.

Per lui una maturazione lenta ma inarrestabile, come si conviene a uno spadista di buon talento, in un’arma che in Svezia ha comunque buona tradizione anche, se prima di lui, è ferma al bronzo olimpico di Nils Hellsten a Parigi 1924 e ai due argenti a squadre di Berlino ’36 e Helsinki ’52 (sempre dietro l’Italia, curiosamente).

Il primo risultato importante fuori dai confini per Edling, dall’immancabile pizzetto, è quello del 1969 a L’Avana, ai Mondiali. Lui è già 26enne: la medaglia è il bronzo nella spada a squadre dietro Urss e Ungheria. Stesso risultato a Vienna nel 1971, quando ci aggiunge anche il bronzo individuale, dietro al russo Kryss, già campione olimpico a Tokyo, e dietro al torinese Granieri.

Il primo oro sarà davanti al pubblico di casa a Goteborg, nel 1973, quando ha già trent’anni ed è completo dominio svedese: primo lui, secondo Hans Jacobson, terzo il nostro Pezza. A Grenoble è forse il suo punto più alto: 1974, doppietta iridata a squadre (sulla Germania Ovest) e individuale (sul francese Brodin). Nel 1975 continua la serie aurea ai Mondiali: titolo a squadre, ancora davanti alla Germania Occidentale. E poi ecco l’appuntamento con il destino, in Canada: Montréal 1976, di nuovo davanti alla Germania guidata dal fresco e giovane campione olimpico Alexander Pusch in rampa di lancio. E proprio qualche giorno prima, nella equilibratissima poule finale della prova individuale, Edling aveva battuto proprio Pusch, pur dovendosi alla fine accontentare del sesto posto conclusivo. Stavolta invece è medaglia d’oro olimpica, la prima nella storia della scherma svedese. Insieme a lui Carl von Essen, Hans Jacobson e i più giovani Leif Högström e Göran Flodström. 8-5 il finale sui tedeschi. Da allora a oggi, la Svezia tornerà soltanto una volta sul gradino più alto del podio ai Giochi: sempre nella spada, nel 1980 a Mosca, con Johan Georg Harmenberg.

Gli ultimi squilli di Edling saranno quelli del 1977-78. Un oro a squadre e un argento individuale (dietro il connazionale Harmenberg ) ai Mondiali di Buenos Aires e il bronzo a squadre ad Amburgo.

Tra i riconoscimenti fuori dalla pedana, Edling viene premiato nel 1973 con la medaglia d’oro del “Svenska Dagbladet”, il premio che il quotidiano svedese assegna dal 1925 al migliore sportivo dell’anno: è il secondo (e ultimo schermidore fino ad oggi), 38 anni dopo Hans Drakenberg, argento a squadre a Berlino e campione del mondo nel ’35. Si tratta di un premio prestigioso che nel suo palmarès è ovviamente dominato da tennis, sci e atletica leggera e che l’anno dopo, nel 74, vedrà la vittoria di Björn Borg, appena diventato il più giovane vincitore del Roland Garros, e nel 75 di un’altra leggenda come lo sciatore Jan Ingemar Stenmark (entrambi, Borg e Stenmark, faranno doppietta insieme nel ’78).

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